Winestillery, prima distilleria artigianale del Chianti Classico
La tradizione Toscana declinata in modo anticonvenzionale.
Dalla famiglia Chioccioli Altadonna nasce a Gaiole in Chianti Winestillery, la prima ed unica distilleria artigianale indipendente del Chianti Classico.
Si tratta di una delle realtà nel mondo della distillazione che mi hanno maggiormente colpito. Partendo proprio dal nome, il mix perfetto tra Wine e Distillery. Una Vinstilleria appunto. Una sola parola che mette subito in chiaro chi sono e l’unicità dei loro prodotti. Perché Winestillery, per realizzarli parte sempre dal vino.
Mi incontro con Enrico Chioccioli Altadonna in distilleria, ma prima di vedere il processo produttivo, andiamo con il fuoristrada a fare un giro tra le sue splendide vigne di Gaiole in Chianti. In auto lo ascolto interessata alle tante cose che mi racconta, partendo proprio dal magico mondo del vino.
Mentre scrivo mi rivedo… con i miei occhi incuriositi e pronta a sfruttare un suo silenzio per fargli mille domande. Che bello quando puoi sentire l’entusiasmo e l’amore per il proprio lavoro! E’ in qualche modo contagioso.
Tra un balzello e una tirata di freno, poi apri e chiudi i cancelli perché sennò gli animali distruggono tutto, mi racconta un po’ di sé e della sua famiglia.
La Famiglia Chioccioli Altadonna.
Stefano Chioccioli, il padre, è un autorevole enologo ed agronomo di fama internazionale conosciuto in tutto il mondo. Definisce Winestillery un progetto che “mi ha portato ad analizzare la produzione del vino secondo nuove prospettive, spingendo questo nobile prodotto verso una finalità che va oltre sé stesso, portandolo alla sua sublimazione, ovvero la sua trasformazione in distillato. Questo nuovo progetto familiare rappresenta una nuova sfida, che abbraccio con entusiasmo”.
Il fratello Niccolò, Enologo come il padre, si occupa del vino ed è il Production Manager della Chioccioli Altadonna Family Estate. Forte ormai di una lunga esperienza viticola ed enologica, gestisce sin da sempre i vigneti e la cantina di famiglia seguendo tutte le delicate fasi della produzione del loro vino, anima del distillato che compone ogni prodotto Winestillery. In azienda con Niccolò lavora anche la sorella Ginevra, coinvolta in quanto biologa nello studio delle componenti biologiche del suolo e delle uve e che si occupa della comunicazione.
Ed Enrico?
Lo avreste mai detto che un giovane avvocato mollasse la sua carriera forense per produrre distillati? Questo è esattamente quello che, qualche anno fa, lui ha scelto di fare.
“Dopo la laurea in Giurisprudenza ho deciso di passare qualche mese a New York. Ai tempi avevo una grande curiosità per il mondo della distillazione ma nessuna esperienza. Una volta arrivato sono riuscito ad iniziare uno stage presso la Kings County Distillery a Brooklyn. Qui ho avuto il mio primo contatto con un alambicco. Tornato in Italia, durante il periodo di praticantato forense, ho frequentato il corso di enologia D.U.I.O a Bordeaux e quello di Mastro Distillatore alla Scuola Enologica Cerletti di Conegliano. Diventato formalmente avvocato sono partito poi per la regione del Cognac dove ho avuto l’occasione di lavorare per tre realtà diverse e apprendere i segreti della distillazione del vino. Al mio ritorno ho avviato subito le pratiche per aprire la distilleria artigianale e dopo qualche mese, quando tutto è stato pronto, mi sono cancellato dall’albo e buttato anima e corpo nel mio sogno.”
L’inizio dell’avventura…
Nel 2010, Enrico e Niccolò, decidono di comprare i terreni, che comprendono 80 ettari di bosco, a Gaiole in Chianti. Proprio nel mezzo della zona del Chianti Classico, dove la terra è ricca di Galestro e Alberese. Viene avviata la produzione dei vini e con gli anni inizia a prendere corpo anche il progetto Winestillery.
Rimango incantata dal panorama che questa collina ti regala. Una vista mozzafiato come poche. Quasi mi dispiace quando Enrico mi conduce nella cantina dove avviene la produzione del vino e l’elevazione nelle botti.
Wow che profumo! Penso appena entrata. Mi guardo un po’ intorno e accanto a degli alti serbatoi in acciaio ci sono loro, le barrique. Realizzate da Tonnellerie Baron nella migliore selezione di rovere francese a grana fine e alloggiate distese in una struttura che ne permette la rotazione. Questo porta il vantaggio di poter fare tutte le operazioni sul posto e usare quindi una tecnica di vinificazione molto delicata e naturale. L’argomento è complesso, richiederebbe un articolo tutto suo. Chissà che un giorno…
Dopo una rapida ma dettagliata panoramica sui vini Chioccioli Altadonna e i vari metodi di produzione, arriviamo al momento tanto atteso.
Conosciamo Bacco.
Chi è? Forse l’elemento più importante di Winestillery, il loro impianto di distillazione. Poteva chiamarsi diversamente?!
Realizzato a mano e su misura da Frilli, azienda di Monteriggioni, Bacco è un alambicco in rame Pot Still (processo discontinuo) che lavora sia con metodo Bennet che Carter Head.
Nel metodo Pot Still Bennet l’alambicco viene caricato con una speciale miscela dove i Botanicals sono stati lasciati a macerare per almeno 24 ore. Il Carter Head consiste invece nel riempire la caldaia di solo alcol e acqua. I vapori salgono e attraversano un cestello dove si trovano le botaniche.
Per vostra fortuna questa distilleria artigianale è aperta per tour guidati e degustazioni, così potrete avere delle spiegazioni migliori delle mie 🙂
Vino e distillati, cosa li unisce?
Come ho scritto all’inizio, i prodotti Winestillery sono realizzati partendo da alcol vinico. Ovvero, viene distillato il vino Sangiovese di loro produzione portandolo ad alcol neutro, che è poi la base dei pluripremiati London Dry Gin e Old Tom Gin ma anche della Tuscan Vodka e del Tuscan Vermouth. Questo è possibile farlo, mi spiega Enrico, perché ad esempio il disciplinare del gin, che impone di partire da alcol neutro, non prevede però l’obbligo di usare come materia prima i cereali per la produzione di questo alcol.
Il legame fra il gin e la Toscana è per altro profondo e radicato nel tempo. Il ginepro che nasce nella nostra regione è riconosciuto come il migliore in assoluto per la produzione di questo distillato. Persino gli inglesi lo usano e ovviamente Enrico fa lo stesso nella sua distilleria.
Winestillery usa solo botaniche della tradizione Toscana, in parte indigene e in parte usate nel nostro territorio da qualche secolo. Quest’ultime, racconta Enrico, sono entrate a far parte del nostro uso in quanto alcune delle nostre città sono state in passato importanti centri di commercio delle spezie. Non è un caso che, ad esempio, dal XIV Secolo a Firenze e Siena esista l’Ordine degli Speziali e che sia riconosciuto fra le Arti Maggiori delle città di Firenze. Già loro utilizzavano alcol e spezie per la produzione di alcolati.
Dopo la distillazione, al London Dry Gin viene fatto fare un periodo di riposo di almeno un mese in acciaio. L’Old Tom Gin invece lo fa in legno e questo gli permette di acquisire naturalmente il suo caratteristico colore. Anche da questi passaggi si può notare il legame col mondo del vino.
Nessuno dei loro prodotti viene filtrato a freddo, per evitare di perdere gli oli essenziali.
La spiegazione più curiosa, la perla, è però quella sul Tuscan Vermouth…
Il Vermouth è un vino aromatizzato e fortificato che deve il nome alla sua botanica principale, l’assenzio! Si, vermouth è il nome tedesco dell’assenzio e si, anche se in molti prodotti in commercio quasi non si sente… nel Vermouth c’è davvero l’assenzio!
Enrico mi spiega quelli che, per lui, sono due paradossi. La maggioranza dei vermouth rossi sono vini bianchi addizionati di caramello per ottenere il colore marrone che tutti conosciamo. Inoltre, sempre in tanti di questi prodotti, non si sente la componente di vino, sembrano quasi dei liquori. Questo a causa del procedimento e degli ingredienti usati.
Winestillery invece parte da un’uva rossa sangiovese, zero caramello, botaniche messe in macerazione, una componente amaricante data proprio dall’assenzio e un residuo zuccherino bianco tenuto al minimo previsto. Ne deriva un prodotto davvero unico.
Il progetto Sinesthética
Nel recentissimo periodo Enrico ha deciso di realizzare anche una linea di prodotti innovativi e non convenzionali in edizione limitata, figli della ricerca costante di questa distilleria artigianale. Per ora ne fanno parte il Gin Liquer Slow e il London Dry Gin Copper Strength.
Tailored from the grape to the glass
“L’obiettivo di Winestillery è quindi riuscire, coordinando due realtà produttive sostanzialmente diverse e unendole in una sola filiera di produzione, a prendere l’elemento più tradizione della Toscana, il vino, e dargli una nuova forma. Trasformarlo in un prodotto diverso e non tradizionalmente locale per dare una chiave di lettura nuova al nostro terroir.”
Le linee guida del loro pensiero rappresentano un vero impegno e sono state anche messe per iscritto in quello che loro hanno definito Grape To Glass Manifesto.
Appena seduta davanti al Pc avevo in mente un tipo di articolo ma scrivendo, mi sono resa conto di andare completamente da un’altra parte. Ho deciso di non raccontare nel dettaglio il processo produttivo della distilleria artigianale, questa volta, ma di concentrarmi più su alcune delle curiosità che mi ha raccontato Enrico. E’ una persona veramente appassionata al proprio lavoro e riesce a trasmettere questa passione agli altri… fino a fargli spuntare un sorriso!
Giusto! Il piano! Quasi dimenticavo un curioso aneddoto su un pianoforte…
Facciamo così. Se lo volete sapere… andate a guardarvi il video sulla pagina IG di Vale un sorriso 🙂
Credits Photo copertina Marco Cellai
Winestillery
Via Michelangelo Buonarroti, 1/3
53013 Gaiole in Chianti (SI)
Telefono: 0550602719
Email: info@chiocciolialtadonna.it
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